"Noi come tanti italiani siamo stanchi di aspettare,
diciamo basta allo scempio del paese e vogliamo riprenderci l'Italia. La legge
di stabilità non va, perché chiede nuove tasse, non taglia la spesa pubblica,
non combatte evasione e corruzione, non ci fa crescere. Questa politica non
serve, perché litigiosa, inconcludente e incurante dell'interesse generale, non
sa creare le condizioni per cambiare, innovare e far ripartire il Paese. Questa
mentalità non aiuta perché, incentrata su pessimismo e declino, non sfrutta le
potenzialità che abbiamo per risanarci e rilanciarci sul piano politico,
economico e sociale"
"Dobbiamo cambiare tanto e tutti. Chiedere alla
politica non le risposte, ma la cornice che permetta a ognuno di noi cercare e
trovare la sua risposta. Pretendere una politica meno invasiva che renda conto
di quello che fa e si faccia giudicare su obiettivi e risultati raggiuti.
Ripartire da uno Stato più leggero che ridisegni il suo ruolo. Rispettare e
valorizzare chi ha sempre fatto il suo dovere lavorando e pagando le tasse e
oggi, pensionato, prende solo quello che gli spetta. Superare il capitalismo di
relazione e spartizione per una concorrenza vera, libera, sana e solidale,
perché capace di far crescere l'intero sistema".
"Dobbiamo soprattutto -valorizzare chi merita, guadagna
e agisce nella legalità, perché è un talento da trattenere, motivare e far
fruttare, non un cittadino da tartassare, colpevolizzare e allontanare.
Nonostante tutto, abbiamo anche un'Italia che funziona, che vede in prima fila
quelle aziende che, grazie a imprenditori intelligenti che negli ultimi anni
hanno dato sempre più spazio a validi manager, competono, vincono e creano
valore aggiunto e ricchezza per tutti. Un'Italia figlia del merito, del valore
e del talento di tanti bravi manager che, insieme a imprenditori e altre figure
qualificate, possono guidare il Paese verso un futuro di crescita e ricchezza e
non di pauperismo e sofferenze".
"Perché se, come
dice Enrico Moretti nel libro 'La nuova geografia del lavoro', ogni nuovo posto
di lavoro ad alto contenuto tecnologico o qualificato che si crea in un
territorio produce altri cinque posti, è su questi lavoratori e su
quest'economia che dobbiamo puntare".
"Questo deve essere il futuro della nostra politica
economica, delle nostre aziende e dei nostri lavoratori. Per crescere dobbiamo
giocare all'attacco, non di certo in difesa e punendo chi ha legittimamente di
più. Anzi, è proprio puntando su chi ha più talento e capacità che dobbiamo
guardare al futuro. Perché il futuro sia migliore per tutti".