Serve un occhio alla luce....Per i Comuni è possibile risparmiare

 La spesa annuale dei comuni italiani per l’illuminazione pubblica ha superato i due miliardi di euro. Più le manutenzioni. Dicono che i consumi e la spesa si potrebbero all’incirca dimezzare. Il revisore Cottarelli, al quale è stata inviata una relazione ha esplicitamente citato e ringraziato Ettore Ribaudo autore di questo post. Ma non c’è stata una risposta concreta per risparmiare oltre 800 milioni all’anno di illuminazione pubblica. Né il Governo ha dato indicazioni su cosa si deve intendere per spreco di luce. In questo caso l’autonomia degli Enti Locali è del tutto rispettata. Sono i Comuni a gestire e pagare l’illuminazione pubblica.
Nessuno ne parla, ma in Italia si spende moltissimo per i lampioni. Innanzitutto perché la potenza installata è alta. Secondo gli studi europei a mia disposizione se confrontiamo il consumo pro capite per l’illuminazione pubblica con quello della Germania, ci accorgiamo che il nostro è doppio: 107 chilowattora contro 42 oppure la Gran Bretagna con un 50(la media Ue è 51). Abbiamo una potenza installata per superficie urbanizzata più che doppia rispetto a quella tedesca, doppia rispetto alla Francia e quasi quadrupla rispetto al Regno Unito. Contrariamente ai Paesi sopra citati in Italia la sorgente più impiegata per illuminare è la lampada da 150 Watt, mentre oltre il 50% delle strade potrebbe essere illuminato con sorgenti da soli 70Watt come negli altri Paesi. E nonostante i tagli generalizzati delle spese e dei servizi sociali offerti dai comuni, in una parte dei casi la spesa è addirittura in aumento anche nel 2014, perché gli stessi Kilowattora costano ora di più. Secondo il bilancio di Cormons per il 2013, la spesa per l’illuminazione pubblica è stata di 355.973 di euro Queste cifre rappresentano rispetto al 2012 un aumento del 39% rispetto all’anno prima (216.374 euro).

Se consideriamo la spesa per abitante, la città che paga di più è di gran lunga Cormons: 47,45 euro, considerando anche che alcuni impianti sono accesi in alternanza (euro 355.973/ 7501 abitanti Istat 2013) contro Ronchi dei Legionari che ne spende circa 18,58, Staranzano circa 17,5, San Canzian circa 14,73, Milano circa 24,40 che è già alta. A questo si aggiungono i costi di manutenzione altissimi, sopra i 50, talvolta sopra gli 80 euro a punto luce all’anno. Questi costi di manutenzione sono una follia. Pur tenendo conto di tutti i fattori, non si capisce perché andar oltre i 40 euro per punto luce all’anno.

In generale le spese sono così alte perché in Italia i Comuni non hanno l’intenzione e la forza di controllare le varie compagnie in quanto legate da vincoli di interesse economici, vedasi il caso Isontina Ambiente o progettisti illuminotecnici e anche perché si approfitta politicamente e sbagliando nella superficiale equazione luce=sicurezza. Se i Tedeschi e i Britannici illuminano e consumano pro-capite la metà degli italiani sapranno quello che fanno. Noi no.
Ettore Ribaudo